16/01/2013

+8 Prima uscita


Seconda notte sul divano ... La mia ipotesi di ieri risulta non fondata. Di nuovo, appena tocco letto compare un dolore intenso che mi tiene sveglia, anche se lascio il piede fuori. Verso l'una decido di tornare sul divano per concedermi qualche ora di sonno. Ancora non riesco a capire cosa sta succedendo, i due cuscini che uso per appoggiare il piede essendo rigorosamente uguali. Cercasi esperto di paranormale.

Sveglia alle 07.00, mi lavo i capelli, momento preciso scelto dalla vasca da bagno per otturarsi. Niente paura, la attacco con lo sturolavandini, purtroppo senza risultato. Non importa, ci pensero' dopo, continuo a prepararmi.

Taxi prenotato per le 08:15, cioè un'ora prima dell'appuntamento. Alle 8:10, scendo le scale con un'unica stampella (e sempre con la scarpa, ovviamente). Non mi si frega due volte, questa volta aspetto al I piano che il timer si spenga prima di riaccendere la luce e proseguire fino a piano terra. Tutto okay.
Alle 08:25, non si è visto ancora nessun taxi, chiamo il centralino. Mi dicono di portare pazienza perché le strade sono ghiacciate.
Sto ferma in piedi sul marciapiede con -8 gradi, mi sto congelando. Per di più ho dimenticato i guanti.
Alle 08:35, ancora niente, richiamo perché almeno mi confermino la prenotazione della corsa.
Decido di tornare nell'androne per sentire meno freddo, ma non ho un posto dove sedermi.
Il taxi arriva finalmente alle 08:52. L'autista mi dice che il traffico è completamente impazzito a causa della neve, del ghiaccio... e di quelli che non sanno guidare!
Arrivo finalmente, con qualche minuto di ritardo, ma visto che avevo avvisato per telefono si dimostrano comprensivi. Bisogna capirli : se già accumulano ritardo ad inizio giornata quelli non finiscono mai.

Nel corridoio del reparto di traumatologia è proprio la corte dei miracoli. Si vede soltanto gente che non cammina, stampelle, fasciature, ingessature,... Zoppico fino in fondo, dove mi sta aspettando un'infermiera con un grosso paio di forbici. Taglia la vecchia fasciatura, ispeziona il mio piede (è giallo con dei lividi viola e una grande sutura con 7 punti) e lo trova bellissimo. De gustibus...
Lo disinfetta, aggiunge uno strato di giallo, poi di rosso. In fondo, sono degli artisti li' dentro. Dopodiché mi abbandona al mio destino. Negli stanzini adiacenti, si sentono rumori di sega elettrica...

Il mio chirurgo è arrivato. Mi chiede se siamo a J15. Eh no, siamo soltanto a J8. Sembra soddisfatto di me. Puo' esserlo perché sono stata molto ragionevole.
Gli parlo del dolore alla caviglia. Non c'è molto da fare se non continuare ad applicare l'unguento contro le distorsioni che uso da 3 giorni e riposarmi per un'altra settimana.


En passant, il chirurgo mi chiede scusa per avermi fatto uscire con un giorno di anticipo, a quanto pare in seguito ad un malinteso. In effetti aveva chiesto al suo assistente di portarmi dei documenti vari un giorno prima dell'uscita. L'assistente ha frainteso e mi ha fatto uscire. Si sarà beccato un bel cazziatone... In ogni caso, mi è andata bene.

Nel frattempo, la signora con le forbici è tornata e si impegna a rifarmi una fasciatura molto simile alla precedente, con dei rotoli di garza tra ogni dito e una banda che avvolge l'avampiede. Ci sono meno strati di garza sotto il piede, il che dovrebbe aiutarmi a poggiarlo meglio nella scarpa.




Appuntamento è preso per Mercoledì prossimo a J15, per la rimozione dei punti di sutura.

Beh, io vi lascio, mi tocca sturare la vasca! Chi l'ha detto che faccio la vita facile ?


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